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Ricostruzione viadotto Gravagna, SALT, Tronco Autocisa

La storia

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La storia

La costruzione

Il viadotto Gravagna è stato concepito negli anni 70 come ponte prototipo a stampelle a luci elevate, collegate tra loro da una sella Gerber.

Le luci di travate e il sistema costruttivo conseguente con avanzamento a sbalzo per conci successivi, sono stati scelti in seguito allo studio della zona e alla constatazione che il terreno su cui poggia è in genere in movimento, fatte salve alcune zone in cui fu previsto di ubicare le pile.

Interventi successivi necessari

Nel 1993, a seguito di interventi di tipo locale, fu realizzata una manutenzione straordinaria finalizzata a garantire l’agibilità dell’opera ed il ripristino della sua piena efficienza in quanto, già dalla fine degli originari lavori di costruzione, le risposte prestazionali non risultavano allineate alle previsioni progettuali, tanto da richiedere specifici monitoraggi.

Il singolare intervento di ristrutturazione attuato ha consentito di far fronte ai carichi verticali agenti sul viadotto tramite grandi portali in acciaio i cui piedritti, divaricandosi, giungono ad insistere sugli stessi basamenti delle pile. I rinforzi metallici, dislocati in duplice allineamento sull’asse di ciascuna carreggiata, forniscono supporto elastico alle tre campate intermedie.

La ristrutturazione del viadotto Gravagna ha altresì inteso perseguire un carattere di innovazione nell’ambito del restauro statico delle grandi opere d’arte preservando gli impalcati ed assicurando, in sede di realizzazione, tempi minimi di interdizione del traffico a tutela degli utenti e delle necessità gestionali.

Foto del primo intervento di ristrutturazione, planimetria e prospetto viadotto con arconi e dettagli arconi.

Si è intervenuti nuovamente sul viadotto nel 2001 quando è stata rinforzata trasversalmente la soletta grazie alla posa di cappa in cemento armato al fine di poter mettere in opera nuove barriere di sicurezza. In un ulteriore intervento risalente al 2006, sono state ricostruite le campate laterali di approccio con nuovi impalcati in struttura mista acciaio–calcestruzzo; l’intervento si è reso necessario a causa dell’interazione fra impalcato e spalle presso i paraghiaia che ha manifestato criticità in particolare sulla spalla lato La Spezia ubicata, come il resto del viadotto, in corrispondenza della paleofrana denominata San Rocco.

Ultimo aggiornamento: 25/03/2024